martedì,Luglio 2 2024

La Dda: «Roberto Porcaro? Processualmente competente e intelligente»

Per il magistrato antimafia Vito Valerio, dalle dichiarazioni rese dall'ex "reggente" del clan "Lanzino-Patitucci" di Cosenza «emerge un comportamento sostanzialmente manipolativo degli atti del processo»

La Dda: «Roberto Porcaro? Processualmente competente e intelligente»

La dichiarazione è di quelle importanti che avvalora la tesi secondo cui Roberto Porcaro non aveva seriamente intenzione di collaborare con la giustizia. Ma per far credere il contrario avrebbe studiato le carte, confermando ciò che era impossibile da smentire e sminuendo alcune posizioni laddove potevano nascere il dubbio. A dirlo è il pubblico ministero Vito Valerio, titolare del procedimento penale “Reset” insieme al collega Corrado Cubellotti. Il magistrato antimafia Valerio nel primo giorno di requisitoria, come già raccontato dalla nostra testata, ha illustrato, dal suo punto di vista, le ragioni che hanno portato l’ex “reggente” del clan “Lanzino-Patitucci” di Cosenza a pentirsi, per poi pentirsi di essersi pentito.

Porcaro competente e intelligente, parla il pm Vito Valerio

«Porcaro – dichiara il pm Vito Valerio – è un soggetto processualmente competente e intelligente» in quanto avrebbe «una conoscenza approfonditissima degli atti di indagine e le sue dichiarazioni seguono una strategia, che è quella di tutela degli interessi propri, diretti o indiretti, economici e personali che abbiamo detto prima. E poiché è processualmente intelligente, ha capito bene che nel corso degli interrogatori la sua collaborazione non sarebbe stata portata a termine da parte di questo ufficio, non sarebbe stata utilmente proseguita e quindi di qui si legge la dichiarazione estemporanea, spontanea di Roberto Porcaro di dire che non ha più intenzione di collaborare con la giustizia, quando ormai ha capito con le contestazioni che oggi abbiamo espresso, ma che nel corso dell’interrogatorio sono state sostanzialmente fatte, di non poter più mantenere questa strategia collaborativa» prosegue il magistrato.

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«La strategia collaborativa, che però non lo esime dall’assumersi responsabilità su tutta quella parte di dichiarazioni, nelle quali in assenza di un interesse diretto, questo ufficio ritiene essere assolutamente credibile, perché collima con un compendio probatorio pregresso assolutamente convergente. E questa collaborazione strategia, parziale, che è una collaborazione contratta da parte di Roberto Porcaro, sicuramente osta a riconoscimento da parte dell’attenuante della collaborazione, anche in assenza di un verbale illustrativo della collaborazione, ma è ostativa anche alla concessione di eventuali attenuanti generiche, nella misura in cui è un contegno dichiarativo che incide in negativo sulla valutazione della sua personalità».

Secondo la Dda di Catanzaro, dalle propalazioni di Roberto Porcaro «emerge un comportamento sostanzialmente manipolativo degli atti del processo e manipolativo in ogni occasione ogni qualvolta gli si presenti l’occasione per trarre vantaggi in questo caso processuali. Questo però serve a capire la traccia della sua di utilità delle sue dichiarazioni. Una credibilità e una attendibilità parziale nella misura in cui le dichiarazioni sono epurate da tutte le parti che nascondono un interesse diretto o indiretto, economico e personale».

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