mercoledì,Luglio 3 2024

Call center Abramo a Montalto, i sindacati: «Commessa Tim prorogata, ma volumi dimezzati» | VIDEO

Almeno mille i posti di lavoro in bilico. La Cgil: «L'azienda ci ha comunicato di non essere più in grado di anticipare l'importo della cassa integrazione»

Call center Abramo a Montalto, i sindacati: «Commessa Tim prorogata, ma volumi dimezzati» | VIDEO

Il taglio delle commesse deciso da Tim sui servizi di customer care, con ricadute occupazionali in diversi call center di tutta Italia, ha portato alla proclamazione di uno sciopero nazionale dei lavoratori del comparto per il prossimo 18 marzo. I sindacati sono sul piede di guerra, parlano di una riorganizzazione del colosso delle telecomunicazioni decisa con l’obiettivo di operare un taglio sui servizi in appalto all’esterno, con un risparmio del tutto marginale, e che però produrrà gravi ricadute sulla pelle di migliaia di famiglie.

Almeno mille i posti in bilico alla Abramo dove la proroga ottenuta a fine 2023 dopo la mediazione del presidente della Regione Roberto Occhiuto, non ha portato i benefici sperati. Perché i contratti con Tim sono rimasti in essere ma i volumi si sono più che dimezzati. La Abramo quindi, da tempo peraltro soggetta ad amministrazione straordinaria, è stata costretta a ricorrere ad una cassa integrazione del sessanta percento. In sostanza su 22 giorni lavoratori, 7 sono effettivi e 15 sono di cassa integrazione.

Leggi anche ⬇️

«Non dimentichiamo – sottolineano Mirko Ragusa e Alberto Ligato della Cgil – che parliamo di persone assunte a tempo indeterminato, quindi storicizzate, e però in massima parte in regime di part time con stipendi medi di circa 800 euro. Con la cassa integrazione si scende ad una busta paga di meno di 500 euro. Inoltre – informano i due rappresentanti sindacali – la Abramo ci ha comunicato di non essere più in grado di anticipare l’importo della cassa integrazione per cui adesso queste spettanze saranno liquidate ai lavoratori direttamente dall’Inps. Con tutte le conseguenze del caso sulla puntualità delle erogazioni».

L’obiettivo della protesta del 18 marzo è quello di portare la vertenza all’attenzione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy: «Occorre la convocazione di un tavolo con i dirigenti della Tim per trovare una soluzione definitiva che può prevedere anche l’applicazione della clausola sociale – dicono Ragusa e Ligato – per la tutela dei livelli occupazionali. Anche traghettando questi lavoratori dalla Abramo, che è commissariata, verso aziende più sane».

Articoli correlati