domenica,Giugno 30 2024

‘Ndrangheta a Cosenza, i soldi dei clan e gli ammanchi dalle due bacinelle

Vicende oggetto dell'ultima udienza del maxiprocesso "Reset", riflettori puntati su un'intercettazione tra Ivan Barone e Gianluca Maestri

‘Ndrangheta a Cosenza, i soldi dei clan e gli ammanchi dalle due bacinelle

Una cassa per il clan dei nomadi di Cosenza e una per quello degli italiani. Con i primi che, però, stornavano una quota dei loro profitti illeciti alla cosca alleata e, secondo la tesi della Procura, confederata.  È il dettaglio più significativo emerso oggi durante il maxiprocesso “Reset” nell’udienza riservata a un maresciallo dei carabinieri del Roni, un altro che tra il 2017 e il 2019 si è occupato di intercettazioni. Non a caso, il discorso della “bacinella” da lui citato in aula, proviene dalla captazione di un dialogo tra Gianluca Maestri e Ivan Barone.

Erano i tempi in cui i due facevano coppia fissa in tema di estorsioni, entrambi al servizio del gruppo che si vuole guidato dai fratelli Luigi e Marco Abbruzzese alias “Banana”. Durante la conversazione si fa accenno a un ammanco di quindicimila euro che si registra in quel periodo. Nella cassa avrebbero dovuto essercene ventimila e, invece, Barone e Maestri realizzano che i conti si fermano a cinquemila. La coppia imputa la sparizione di quei soldi ai suoi capi, ma – mal comune mezzo gaudio – convengono che, su sponda “italiana”, si registrano buchi ancora più consistenti da loro attribuiti a Roberto Porcaro.

Nell’intercettazione, poi, Maestri fa accenno a un incontro che avrebbe avuto in programma, di lì a poco, con Francesco Patitucci, finalizzato proprio a fargli avere una parte del denaro. Da qui, il sospetto è che l’accordo fra i due gruppi prevedesse la consegna di una quota da parte dell’uno in favore dell’altro. Le indagini, però, non hanno accertato che il summit fra i due si sia poi effettivamente svolto. Accenni, spunti che nel corso del processo potranno essere arricchiti di particolari. Sia Maestri che Barone, infatti, sono diventati nel tempo collaboratori di giustizia e, va da sé, quando arriverà il loro turno, saranno interpellati anche su questo argomento.

Non manca molto, considerato che quello salito oggi sul banco dei testimoni era l’ultimo degli investigatori convocato in aula dalla Dda di Catanzaro. A partire dalla prossima udienza, si comincerà con i pentiti, partendo da Celestino Abbruzzese alias “Micetto”. Ciò avverrà il prossimo 7 maggio, alla ripresa dei lavori. Le udienze già calendarizzate in precedenza sono state invece annullate. Dopo aver risposto alle domande del pubblico ministero, del testimone ha preso a occuparsi il collegio difensivo degli imputati. A controesaminarlo sono stati, fra gli altri, gli avvocati Luca Acciardi, Amelia Ferrari, Giuseppe Malvasi, Maurizio Nucci e Chiara Penna.