giovedì,Luglio 4 2024

Rende, Marano Marchesato e zone limitrofe, il territorio del “sottogruppo” di Michele Di Puppo

Il presunto "alter ego" di Francesco Patitucci avrebbe costituito un sodalizio di spacciatori operanti nelle varie zone dell'area urbana nel settore del narcotraffico

Rende, Marano Marchesato e zone limitrofe, il territorio del “sottogruppo” di Michele Di Puppo

Il presunto “alter ego” di Francesco Patitucci per la Dda di Catanzaro è Michele Di Puppo. Di lui se n’è parlato abbondantemente in Reset ma gli inquirenti antimafia lo indicano anche in Recovery come uno dei soggetti più attivi nel presunto sodalizio criminale dedito al narcotraffico.

Chi è Michele Di Puppo

Michele Di Puppo, raccontano i collaboratori di giustizia, è una figura di primo piano della ‘ndrangheta cosentina. Nel corso del tempo avrebbe costruito una rete di contatti in provincia di Reggio Calabria, permettendo così al clan degli italiani di “accreditarsi” anche con le cosche più potenti del panorama italiano. Il pentito Diego Zappia ha fatto più volte accenno a Michele Di Puppo che, secondo quanto riferito dall’ex ndranghetista, avrebbe ricevuto in carcere la dote della “Stella“. Sempre di Di Puppo si fa menzione in un presunto rituale avvenuto in carcere per alcune “affiliazioni”. Insomma, c’è tanto materiale investigativo sul suo conto.

I pentiti che lo accusano

In Recovery, il gip Arianna Roccia traccia un profilo criminale di Michele Di Puppo, richiamando le propalazioni dei collaboratori di giustizia. Nel caso in esame, vengono citate le dichiarazioni di Celestino Abbruzzese, Giuseppe Zaffonte, Anna Palmieri, Diego Zappia, Adolfo Foggetti, Ivan Barone e Francesco Greco. In tema di stupefacenti, gli investigatori ritengono che il “braccio destro” del boss Francesco Patitucci abbia costruito un “sottogruppo” finalizzato alla vendita della droga. Gruppo che farebbe parte del cosiddetto “Sistema“. Foggetti, detto il “Biondo“, ne parla in questi termini: «Per un periodo l’acquisto fu appannaggio di Michele Di Puppo, che ne acquistava fino a 50 chili nella zona di Marano di Napoli». Il pentito parlava in quel verbale di hashish e cocaina.

I presunti partecipi del “sottogruppo” di Michele Di Puppo

Michele Di Puppo, tuttavia, non avrebbe agito da solo. I presunti partecipi del “sottogruppo” dedito al narcotraffico sarebbero infatti Marco D’Alessandro, descritto dai pentiti come una persona di fiducia del presunto vertice del clan degli italiani. D’Alessandro si sarebbe occupato del territorio di Marano Marchesato e zone limitrofe. Oltre a lui, sarebbero stati attivi Francesco Marchiotti, Pamela Occhiuto Falvo e Pierpaolo Guzzo, mentre il gip di Catanzaro ha escluso la gravità indiziaria per altre due persone.

Nel “sottogruppo” inoltre sarebbe attivo anche Francesco Costantino De Luca che, secondo quanto dichiarato da Daniele Lamanna, «spacciava cocaina per centinaia di grammi alla volta», ascoltando le direttive dei delegati della presunta confederazione, «che erano Umberto Di Puppo, Roberto Porcaro, Salvatore Ariello e Mario Renato Piromallo».

Gli altri nomi

Il gip infine parla anche dei presunti ruoli avuti dagli indagati Umberto Conforti, Paolo Elia e Marco Foggetti, inserito, ad esempio, dal pentito Luciano Impieri nel presunto settore del narcotraffico, insieme ad altri soggetti non inquisiti in Recovery, ma riconducibili al clan degli “zingari” di Cosenza. Per il giudice cautelare Arianna Roccia, la presunta partecipazione di Marco Foggetti «è ulteriormente evincibile dalle conversazioni captate» e dai «rapporti illeciti intessuti con altri membri del sodalizio».

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