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Camera Penale di Cosenza in stato di agitazione: «Reset e Recovery mandano in crisi la giustizia»

I penalisti denunciano gravi inefficienze nel sistema giudiziario e preparano iniziative per tutelare i diritti dei cittadini e degli avvocati

Camera Penale di Cosenza in stato di agitazione: «Reset e Recovery mandano in crisi la giustizia»

La Camera Penale di Cosenza ha dichiarato lo stato di agitazione per denunciare la grave condizione in cui versa la giustizia nel Tribunale di Cosenza e negli uffici giudiziari del Distretto di Corte di Appello di Catanzaro. Il Consiglio direttivo della Camera Penale di Cosenza ha preso atto di numerose problematiche, che compromettono il funzionamento della giustizia e il rispetto dei diritti degli imputati e dei loro difensori.

Le criticità del sistema giudiziario

La situazione attuale vede il maxi-processo diventare una regola nella Calabria giudiziaria, «con centinaia di ordini di cattura e migliaia di ipotesi di reato concentrate in un unico procedimento. Questo fenomeno ha sovraccaricato le sezioni penali dei tribunali, composte da un numero di giudici insufficiente per gestire tale mole di lavoro».

«Le cosiddette “piante organiche” del Tribunale di Cosenza e degli uffici giudiziari del distretto di Corte di Appello di Catanzaro risultano formalmente conformi alla legge, ma inadeguate a fronteggiare l’enorme congestione degli “affari di giustizia” derivanti dai maxi-processi. Di conseguenza, la giustizia risulta fortemente rallentata, con gravi ripercussioni sui diritti degli imputati e delle parti offese», si legge nel documento.

Gravi conseguenze per la Giustizia

Secondo la Camera Penale di Cosenza, «la difesa di centinaia di presunti innocenti dinanzi al Tribunale della libertà di Catanzaro subisce una riduzione significativa dell’oralità della discussione, fondamentale per una difesa efficace. La sproporzione tra il numero di giudici e i casi da giudicare porta a rinvii prolungati delle udienze, trasformando la misura cautelare in una pena preventiva».

«Nel Tribunale di Cosenza, l’intera sezione penale risulta sotto assedio a causa del processo n° 3804/17 RGNR DDA CZ, denominato “Reset”, che porta l’ufficio giudiziario a operare settimanalmente nell’aula bunker di Lamezia Terme. Questo sforzo organizzativo comporta inevitabili riassegnazioni di processi e rinvii delle udienze, compromettendo i diritti delle parti offese e il principio dell’oralità. La situazione peggiorerà ulteriormente con l’avvio del maxi-procedimento n° 3942/22 RGNR DDA CZ, denominato “Recovery”, che coinvolgerà quasi duecento presunti innocenti», affermano i penalisti di Cosenza.

Violazioni dei diritti degli avvocati

La Camera Penale di Cosenza denuncia inoltre la recente vicenda di intercettazioni e trascrizioni di conversazioni professionali tra un imputato e il proprio legale, un avvocato penalista iscritto alla Camera Penale di Cosenza. «La polizia giudiziaria ha effettuato queste intercettazioni durante l’assistenza difensiva, commentandole in modo inappropriato. Questo fatto rappresenta una grave violazione delle prerogative del difensore e alimenta una concezione distorta dell’Avvocatura come complice del delitto anziché custode del diritto» contestano i penalisti.

Solidarietà e azioni future

L’Assemblea degli iscritti alla Camera Penale di Cosenza, tenutasi il 17 giugno, ha visto la partecipazione di numerosi avvocati, il Presidente della Camera Penale di Castrovillari e il Coordinatore delle Camere Penali della Calabria. Tutti hanno espresso vicinanza e solidarietà ai penalisti cosentini e sostegno all’iniziativa della Camera Penale di Cosenza.

L’Unione delle Camere Penali Italiane ha proclamato l’astensione da tutte le attività giudiziarie nei giorni 10, 11 e 12 luglio, ma ha consentito la proclamazione di uno stato di agitazione propedeutico ad altre iniziative. La Camera Penale di Cosenza si prepara quindi a intraprendere azioni ancora più incisive per tutelare i diritti dei cittadini e degli avvocati.

La delibera della Camera Penale di Cosenza

Il Consiglio direttivo della Camera Penale di Cosenza ha deliberato lo stato di agitazione, «volto a informare tutti i cittadini delle ragioni di questa battaglia culturale di legalità, civiltà e democrazia. L’obiettivo è tutelare il diritto a una giustizia giusta, basata sul diritto e non sul delitto».

«La cultura della giurisdizione non appartiene solo a pubblici ministeri e giudici, ma è, per Costituzione, l’essenza della cultura liberale dell’Avvocatura», scrive il Consiglio Direttivo della Camera Penale di Cosenza.

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