domenica,Giugno 30 2024

Arturo Bianco, il “contadino di mare” che sogna in grande nella sua Schiavonea

Anni fa ha fondato un'impresa e gestisce 36 ettari in mezzo al mare per studio e sviluppo nel campo delle biotecnologie: «Qui grandi potenzialità non sfruttate»

Arturo Bianco, il “contadino di mare” che sogna in grande nella sua Schiavonea

Schiavonea di Corigliano-Rossano. Fa caldissimo, il mare è uno spettacolo. Incontro Arturo, un “contadino del mare”, ma prima di tutto un gran curioso alla continua ricerca delle bellezze e dei misteri del mare. 

«Amo capire i meccanismi e lasciare ai posteri, che saranno “gnorant” e superficiali, indicazioni importanti. Abbiamo ereditato una natura che purtroppo stiamo molto maltrattando». Arturo Bianco non è stato certamente un ragazzino tranquillo. Dopo 5 generazioni di pescatori, lui cercava altro, di più. Un irrequieto che non si accontentava mai. «Sono stato un coraggioso forse un pioniere. Sì, perché per fare alcune cose ci vuole coraggio, in generale nella vita. Volevo scoprire come gli animali marini fossero in sinergia ed armonia tra loro. Anche se ci sono crudeltà dettate dai cicli della sopravvivenza e della garanzia della specie».

Nell’88 fonda a Corigliano ‘Aprimar srl’, un’impresa di ricerca e sviluppo nel campo delle biotecnologie, delle scienze naturali e dell’ingegneria. «Nel 1998 dopo il rientro a casa, operavo ed ero assunto alla Dompè Farmaceutici dell’Aquila, ritornai in Calabria per stare vicino a mio padre che si era ammalato. La ricerca è il motore dei cicli naturali, capire come si hanno determinati processi permette di trovare diverse soluzione nei diversi settori.  Noi abbiamo dedicato una vita al mare e ai suoi abitanti».

In mezzo al mare Arturo gestisce 36 ettari per ricerca, studio, allevamento. È qualcosa di molto importante ma pochi lo sanno. «Sì, 36 ettari proprio in mezzo al mare… da predare. Sì perché in 25 anni di ostacolo alla pesca a strascico è divenuto un’oasi di ripopolamento naturale. Come l’Homo sapiens insapiens è abituato a fare, senza alcun rispetto per il mare. Noi siamo l’esempio della coltura e cultura del mare. Oltre agli studi e ricerche che ogni anno facciamo con la collaborazione di diverse università italiane e straniere, abbiamo il primo impianto di Maricoltura Biologico d’Italia, già attivo fin dal 2005, mentre il regolamento CE per il biologico- il n. 710 del 2009- venne recepito in Italia nel 2010. Siamo stati molto avanti, ma “Nemo profeta in patria”. Pochi lo sanno, ma molti ci predano abusivamente, poiché la vigente ordinanza è completamente ignorata colpa anche dei mancati controlli».

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