domenica,Giugno 30 2024

Chiamatelo “femminicidio”, la proposta parte da Corigliano Rossano

Convegno con medici, educatori e magistrati per rivendicare la necessità di introdurre questo reato specifico nel Codice penale

Chiamatelo “femminicidio”, la proposta parte da Corigliano Rossano

Il convegno sulla prevenzione del femminicidio e sulla presa in carico delle donne vittime di violenza e dei loro figli, voluto dall’associazione Mondiversi, dal centro antiviolenza“Fabiana Luzzi”, dalla Casa Rifugio Mondiversi e finanziato dalla Regione Calabria, si è svolto presso il Resort “Il Salice” di Corigliano Rossano. L’evento ha visto la partecipazione di un ampio pubblico composto da medici, educatori, assistenti sociali, psicologi, ostetriche, infermieri e pedagogisti. Tra gli interventi di rilievo, rappresentanti delle forze dell’ordine e il sostituto procuratore del tribunale di Castrovillari, Raffaella D’Aniello Di Carluccio, collegata per via telematica. Il presidente di Mondiversi, Antonio Gioiello, ha sollecitato l’introduzione del reato specifico di femminicidio nel codice penale, sottolineando come strutture mentali patriarcali persistano nonostante il contesto societario post-moderno. Gioiello ha anche evidenziato durante il convegno i segnali di allarme nelle relazioni tossiche, enfatizzando il possesso e il controllo come caratteristiche principali dei rapporti violenti.

Codice Rosso: Intervento per la protezione delle vittime

Il “Codice Rosso” è una normativa introdotta per garantire la massima priorità agli interventi nei casi di violenza di genere e domestica. Il sostituto procuratore Raffaella D’Aniello Di Carluccio ha equiparato questa pratica all’urgenza medica di una ferita gravissima, assicurando celerità nelle indagini e ascolto delle vittime entro tre giorni dalla denuncia. La Procura della Repubblica di Castrovillari ha istituito un modello innovativo per combattere la violenza di genere, con un team guidato dal Procuratore Alessandro d’Alessio, specializzato nei casi più complessi di violenza domestica e di genere. Questo approccio integrato coinvolge attivamente la polizia giudiziaria e altri attori del territorio, garantendo un intervento specializzato ed efficace.

Pronto Soccorso fondamentale nella lotta contro la violenza

Renata Tropea, medico presso l’ospedale di Lamezia, ha evidenziato il ruolo critico del pronto soccorso come primo punto di contatto tra le vittime di violenza e il sistema sanitario. Le linee guida adottate sono conformi alla Convenzione di Istanbul, mirata alla prevenzione della violenza domestica e alla protezione delle vittime. Tina De Rosis, dirigente dei servizi sociali del Comune di Corigliano Rossano, ha illustrato le strategie messe in atto per affrontare l’aumento dei casi di violenza di genere in città. Collaborazioni interistituzionali, come il Protocollo Viola sottoscritto con l’Associazione Mondiversi, sono fondamentali per garantire un supporto completo alle vittime e ai loro figli. Sergio Pascuzzo, consigliere dell’Ordine professionale degli assistenti sociali della Regione Calabria, ha posto in evidenta le questioni legate alla formazione e alla dotazione organica degli assistenti sociali, evidenziando i progressi compiuti e le necessità ancora da affrontare. 

Barbara Lavorato, assistente sociale del Centro Antiviolenza Fabiana Luzzi e responsabile della Casa Rifugio “Libere Donne”, ha delineato l’importanza del Protocollo Viola e ha fornito dati significativi sulle attività di supporto alle donne vittime di violenza. Ha evidenziato l’aumento dei casi di violenza di genere a Corigliano Rossano, con numeri che riflettono una maggiore consapevolezza e denuncia da parte delle vittime. «Dal 2013 ad oggi abbiamo preso in carico 300 donne, 46 donne e 51 minori»,  ha dichiarato. «Questo significa che sono state sostenute socialmente, psicologicamente, legalmente ed educativamente».