domenica,Giugno 30 2024

Cosenza, la vicenda di Corso Vittorio Emanuele finisce in Prefettura | VIDEO

Gazzarra in commissione Controllo questa mattina tra maggioranza e opposizione alla presenza della dirigente Antonella Rino: «Non c'è collaudo tecnico-amministrativo»

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La minoranza del Comune di Cosenza si recherà in Prefettura per chiedere a Vittoria Ciaramella di interessarsi della vicenda di Corso Vittorio Emanuele. Poi chiederà l’inserimento di un ordine del giorno per il prossimo Consiglio. E’ l’esito di un’infuocata riunione della commissione Controllo tenutasi stamattina a Palazzo dei Bruzi alla presenza della dirigente Antonella Rino: la firmataria della delibera di revoca di quella che lo scorso 12 giugno ha sancito la riapertura della strada chiusa dal 2019.

Prima che si svolgessero i lavori, come testimonia in minima parte il video in apertura di articolo, si è innescata una vera e propria gazzarra dopo l’intervento preliminare della consigliera Caterina Savastano. Ha messo a conoscenza i presenti dell’esistenza di un provvedimento disciplinare verso la dirigente. Per questo motivo e per la richiesta di una verifica di quanto affermato, i colleghi di maggioranza Francesco Alimena, Roberto Sacco, Chiara Penna, Andrea Golluscio e Concetta De Paola, hanno insistito per qualche minuto per il rinvio o, in alternativa, per la sospensione dei lavori.

Lo scontro verbale con l’opposizione è stato vibrante, al punto che i cinque hanno abbandonato l’aula dopo che il presidente Giuseppe D’Ippolito non ha consentito che venisse messo ai voti alcunché, «in assenza di un atto ufficiale a supporto delle gravi affermazioni, anche lesive dell’immagine della dirigente». Il numero legale, tuttavia, è risultato valido grazie alla presa di posizione di Mimmo Frammartino che ha preso le distanze dal comportamento dei suoi colleghi di maggioranza e partecipato attivamente alla seduta.

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Corso Vittorio Emanuele, la versione di Antonella Rino

Antonella Rino, oggetto di una rimodulazione degli incarichi nell’ultimo decreto firmato dal sindaco Caruso con un trasferimento, tra gli altri settori, ai Canili, è stata chiara. «Non ho conoscenza formale o informale di tale procedimento a mio carico – ha detto fotografando il suo status -. Non ho ricevuto, per essere chiari, nemmeno un rimprovero verbale».

«Oggi non sono più competente della Protezione Civile – ha proseguito -. Il mio operato, però, è sempre stato improntato sulla trasparenza e sull’interesse pubblico, che coincide quindi con la tutela della pubblica incolumità. Questi i cardini del mio agire, corroborati dalle mie competenze. Fino a giorno 10 giugno, prima di godere di un periodo di ferie, ho cristallizzato la posizione in una nota formale con cui informavo il mio vicario che mancava il collaudo tecnico amministrativo su Corso Vittorio Emanuele e che non basta quello statico».

Il seguito della vicenda è ormai cronaca, con l’ordinanza di riapertura firmata in sua assenza, la cerimonia ufficiale e il ripristino della viabilità in un tratto di Centro Storico che risulterà ancora più cruciale in previsione dei prossimi lavori che interesseranno la Villa Vecchia. Al suo rientro, la decisione di superare quell’atto con uno di chiusura. «Nel firmare l’ordinanza – ha specificato – mi sono posta il problema se parlare di annullamento o di revoca. Ho optato per quest’ultima tenendo conto che servisse una rivalutazione».

Caruso: «Tentativo patetico della maggioranza di mettere il bavaglio a Rino»

Ad entrare nel dettaglio è il leader del’opposizione Francesco Caruso, non prima di aver definito «patetico il tentativo fallito di far rinviare la commissione davanti alla stampa» e «scandalosa la divulgazione di notizie riservatissime e private come quelle di un presunto provvedimento disciplinare in essere». «Sono in atto azioni repressive, bolsceviche, intollerabili verso di lei – ha urlato – volte ad intimidire a mo’ di avvertimento ogni altro dirigente di Palazzo dei Bruzi».

Per l’ex vicesindaco di Mario Occhiuto «è da evidenziare come, a margine di un lungo impasse, l’amministtazione cambi il Rup dei lavori e questi vengano consegnati». Non solo, perché ha posto una serie di domande a suo avviso retoriche. «E’ stato rimosso il rischio caduta massi? No, perché la muratura del vecchio castello è sempre la stessa, instabile. La rete di protezione è sufficiente? No, perché un masso che rotola può avere un rimbalzo che la supera. Il livello di sicurezza della mitigazione del rischio – ha quindi sostenuto trovando parere favorevole di Rino – raggiunge quasi lo zero con l’applicazione di sensori che rilevano perfino dei piccoli movimenti».

«Nell’ordinanza – ha proseguito Caruso – si prende atto che non ci sono i  sensori, che viene rimandato tutto al collaudo e che il controllo quotidiano è stato demandato inizialmente alla polizia municipale. Scherzano? I vigili avrebbero dovuto cogliere lo spostamento millimetrico sotto la pioggia, ma è stato un chiaro pretesto per riaprire la strada».

Le reazioni dei presenti

Per Bianca Rende «la commissione Controllo e Garanzia ha tra le proprie prerogative la funzione di permettere conoscenza formale a chi non ha seguito scrupolosamente l’evolversi dei fatti». «Il tentativo di censura e di diffamazione, anche perché un procedimento sarebbe riservato – ha aggiunto – non è ammissibile. La situazione ci allarma perché questa dirigente è stata ritenuta fino a qualche giorno fa capace di gestire i progetti di Cis e Agenda urbana e anche il settore dei Lavori Pubblici, ora non va più bene. Qui l’ordine delle cose si è invertito perché semmai si sarebbe dovuto chiudere la strada dopo un’apertura avventata e non aprire di nuovo con pericolo di chiusura. La scala di interessi si è ribaltata totalmente».

Le ha fatto eco il suo ex collega di gruppo, ora transitato in Forza Italia, Francesco Luberto. «E’ evidente il pericolo democratico in atto, anche alla luce del vespaio che si innesca con ogni decisione assunta dall’amministrazione. Fa sorridere il fatto che ci siamo trovati di fronte a chi definisce “opere incompiute” il Ponte di Calatrava e riapre Corso Vittorio Emanuele dove non c’è stato il collaudo tecnico-amministrativo».