domenica,Giugno 30 2024

La Camera Penale di Cosenza a Nordio: «Vogliamo esercitare correttamente la giurisdizione»

Roberto Le Pera, presidente dei penalisti cosentini, chiarisce che lo stato di agitazione non è contro la magistratura ma a tutela dei presunti innocenti

Featured Video Play Icon

Lo stato di agitazione indetto dalla Camera Penale di Cosenza non è una protesta contro la magistratura ma a tutela dei presunti innocenti. Lo ha detto il presidente Roberto Le Pera, nel corso dell’intervista realizzata negli studi di Cosenza Channel, all’indomani del documento divulgato dal Consiglio Direttivo contro la crisi della giustizia nel Distretto giudiziario di Catanzaro. L’avvocato, durante la lunga chiacchierata, ha deciso di inviare un messaggio ben preciso al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al viceministro Francesco Paolo Sisto.

La Calabria Giudiziaria e l’affondo della Camera Penale di Cosenza

L’avvocato Roberto Le Pera ha evidenziato quali sono i problemi nella cosiddetta “Calabria Giudiziaria“, dove ormai le operazioni di polizia giudiziaria sono condotte contro centinaia di persone. E questo, com’è avvenuto nell’inchiesta Recovery, ma prima ancora con Reset (e in passato con Rinascita Scott), mette in crisi il sistema giudiziario. Il presidente della Camera Penale di Cosenza ha ricordato come il Riesame di Catanzaro, relativamente all’ultima inchiesta della Dda di Catanzaro, abbia dovuto decidere entro due-tre giorni del futuro cautelare di tantissimi indagati raggruppati in una sola udienza.

L’impegno dei magistrati

Il penalista ha sottolineato il rispetto dell’avvocatura per i magistrati, vedi coloro che operano nel tribunale di Cosenza, i quali cercano di portare avanti la giurisdizione con grande fatica. È noto infatti che la sezione penale dibattimentale sia impegnata per tre settimane al mese nel processo Reset. Questo ha comportato la necessità di indire un concorso interno per il trasferimento nel settore penale di due magistrati precedentemente in servizio presso il settore civile. In un caso, addirittura, l’applicazione è praticamente agli sgoccioli e quindi ci saranno altri problemi per la formazione dei collegi.

L’intercettazione tra un penalista e i suoi due assistiti

Le Pera, infine, ha parlato anche del caso dell’avvocato Gianpiero Calabrese, di cui proprio la Camera Penale di Cosenza si è fatta portavoce agli occhi dell’opinione pubblica. Il legale cosentino è stato intercettato mentre parlava con Mario e Candido Perri, suoi assistiti, e la Squadra Mobile di Cosenza nei confronti del penalista ha utilizzato parole inopportune circa la deontologia dell’avvocato. Un fatto che la Camera “Fausto Gullo” ha inteso denunciare. «Immaginate che la via più semplice per ricercare la prova è ascoltare l’accusato, l’indagato, l’imputato e il suo difensore», ha detto Le Pera. «È un fatto indegno di un Paese democratico, la recente vicenda che ha riguardato intercettazioni e trascrizioni di sessioni professionali tra un imputato e il proprio legale, perché l’ascolto di conversazioni tra avvocato e assistito fa parte di quella distorta e ignorante concezione della toga, ancora oggi presente in alcuni ambiti, con cui si tenta di fare apparire socialmente l’avvocatura come complice del delitto, anziché tutore e custode del diritto» ha ricordato Le Pera, leggendo un passaggio del documento firmato da tutto il Consiglio Direttivo.

In conclusione, il presidente Le Pera, prendendo spunto dal fatto che il Csm tarda a nominare il nuovo presidente del Tribunale di Cosenza, ha dichiarato: «Possiamo dire che il Csm è una spia del fatto che la Calabria giudiziaria è sempre più Calabria giudiziaria, però a prescindere se c’è o non c’è, in questo momento ciò che serve è la possibilità di esercitare correttamente giurisdizione»

Articoli correlati