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Manna: «A Rende si vota, sullo scioglimento non c’era e non c’è nulla» |VIDEO

L'ex sindaco dice che solo dopo un anno ha potuto visionare gli atti, ma i procedimenti connessi per ora non stanno reggendo alle accuse. I siluri a Forza Italia

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«Non c’è nulla, si vota». E’ secco l’ex sindaco di Rende, Marcello Manna sull’ipotesi di una proroga dell’attività della terna commissariale che guida Rende da dodici mesi ovvero dallo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.

Nell’intervista con Cosenza Channel, l’avvocato dice che «non ci sono elementi che i commissari possono portare per chiedere una proroga non c’era nulla prima non c’è niente anche adesso». A supporto delle sue parole, Manna ricorda come i due procedimenti penali che hanno originato lo scioglimento del Comune, Malarintha e Reset, al momento non vedono nessuna misura cautelare in essere, tutte sono state revocate per mancanza di gravi indizi di colpevolezza. «Certo siamo in attesa dei processi – ricorda l’ex sindaco – ma c’è stata una prima valutazione sia pure cautelare, ma dove sostanzialmente si è verificata l’insussistenza della gravità indiziaria. Se poi si pensa che Reset viene dalla Dda, dove i procedimenti normalmente sono accompagnati da situazioni cautelari esistenti, questa la dice lunga sulla consistenza accusatoria».

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A tutto ciò va aggiunto il pronunciamento del Tribunale civile di Cosenza che ha sancito la candidabilità dello stesso Manna. L’avvocato poi dice che al di là dei procedimenti penali, ci sono anche quelli amministrativi come quello intentato dalla sua giunta dinanzi al Tar per l’annullamento dello scioglimento. Solo così, dice, lui e la giunta hanno potuto prendere visione della relazione sullo scioglimento, dopo un anno dall’atto. Anche questo una circostanza un po’ strana in uno stato di diritto.

Ma la parte più piccante dell’intervista è nella coda, quando Marcello Manna analizza il voto delle ultime Europee e dice che i cittadini rendesi hanno voluto punire quei partiti che, a suo giudizio, sono stati fra i protagonisti di questa vicenda con l’obiettivo di fermare un gruppo politico troppo libero e indipendente. «FI a Rende è sesto partito. Penso abbia inciso il voto del presidente della provincia al comitato per l’ordine pubblico a favore dello scioglimento. Quel voto non è passato sotto silenzio, la città ha risposto e punito quel voto. Io stesso ho raccolto fra i cittadini stupore prima e indignazione di tanti anche perchè nessuno conosce gli atti e allora come si fa a concorrere allo scioglimento di un comune senza conoscere gli atti?»

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