martedì,Luglio 2 2024

Ursino, Cosenza, il mare e quel sogno Serie A: «In 20mila é tutto più semplice»

Il nuovo dg: «Al sud bisogna triplicare gli sforzi per ottenere gli stessi obiettivi che si pone il nord. Mancano le risorse economiche e per pareggiare il livello è necessario lavorare d’immaginazione»

Ursino, Cosenza, il mare e quel sogno Serie A: «In 20mila é tutto più semplice»

«Le città bagnate dal mare hanno un richiamo forte per me, forse ancestrale, ma a volte mi isolo e scelgo la montagna. Lì vado quasi da eremita. Pertanto, penso che io sia capace di adattarsi a qualsiasi ambiente». Il direttore generale del Cosenza Beppe Ursino è uomo di mondo, oltre che di calcio naturalmente, e a 75 anni si è rimesso in gioco con grande entusiasmo. «Oggi, ormai, tutti arrivano in un luogo e vanno via subito, a Cosenza è successo molto spesso. Io resterei per tanto tempo, purtroppo devo fare anche i conti con la carta d’identità – ammette -. Soltanto per questo motivo ho preteso di firmare per un anno».

Roccella Jonica, Crotone, la Serie A. Il suo mondo è racchiuso tutto lì. Il film della sua vita scorre via lungo tre stelle polari a cui ora vuole aggiungerne un’altra. «Non ho nessun rammarico nella mia vita sportiva. Ho trascorso gran parte del mio tempo in una società che mi ha dato tutto. Alla base del rapporto c’era la fiducia. Ho fatto tre campionati di serie A e conosciuto tutti i maggiori dirigenti, con tutti ho costruito un rapporto solido». In un’intervista a Gazzetta del Sud dice che «dalla legge Bosman in poi è stata un’autentica rivoluzione» e che il «ruolo del direttore sportivo non è più quello di una volta, tanto che calciomercato è soltanto l’ultima componente». 

«Spesso, scherzando, dico che molte volte mi è capitato di dover “allenare” i presidenti perché faticano a comprendere alcune dinamiche – evidenzia – ma non è il caso di Guarascio perché si approccia con grandissimo entusiasmo. Ha voglia di fare bene e sono felice di essere al suo fianco. Vive con il desiderio di realizzare qualcosa di impensabile».

Ursino è carico della nuova avventura a Cosenza ed in mente gli frulla la Serie A. Vuole un altro giro sulla giostra. Vuole che il rossoblù di Calabria torni allo Juventus Stsdium e a San Siro. «Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo. Ho deciso di rimettermi in gioco, dopo due anni, perché sono fortemente motivato. Vorrei spaccare il mondo ma c’è bisogno di organizzare moltissimi aspetti per rendere la società perfettamente funzionante. Cosa mi ha spinto a richiamare la massima serie in conferenza? La convinzione. Ed è quella che nella vita è fondamentale avere degli obiettivi. Altrimenti non si ha mai presente la meta. Sono giunto dove sono con enormi sacrifici, perché al sud bisogna triplicare gli sforzi per ottenere gli stessi obiettivi che si pone il nord. Mancano le risorse economiche e per pareggiare il livello è necessario lavorare d’immaginazione. E così tenteremo di costruire una rosa in grado di riempire il “Marulla”. In 20mila é tutto più semplice».

Beppe Ursino ha scelto Delvecchio e Alvini per il Cosenza («Persone giuste, il primo lo volevo da calciatore e da ds ha avuto due maestri come Corvino e Sogliano, il secondo ha sempre vinto ed umanamente ha qualità superiori»), ma chiude l’intervista ripensando ai talenti scovati nelle primavere della Serie A. «Chi riprenderei? Alessandro Florenzi perché è l’emblema dell’affidabilità. Un giocatore come lui non tradisce mai. Straordinario come persona e come calciatore. Ce ne sono stati tanti, però. Sono molto legato anche a Bernardeschi, Deflorio, Paro, Messias, Simy e Budimir. Un giorno, cinque dei miei sono stati convocati in nazionale, che soddisfazione».

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