mercoledì,Luglio 3 2024

Cosenza invasa dalla droga? Sì, ma i problemi sono anche altri

Il contrasto al mercato degli stupefacenti deve rimanere una priorità. Tuttavia, nell'area urbana emergono soprattutto disagio sociale e arricchimenti illeciti

Cosenza invasa dalla droga? Sì, ma i problemi sono anche altri

Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato due interventi significativi sul tema caldo del momento a Cosenza. Il deputato Antoniozzi e il sindaco Caruso hanno convenuto sul fatto che il contrasto al fenomeno criminale deve essere una priorità per tutti. Istituzioni, magistratura e forze dell’ordine. Su questo siamo d’accordo. Ma i problemi di Cosenza e dell’area urbana sono anche altri.

Le ultime operazioni di polizia giudiziaria hanno fatto emergere ancora una volta la capacità della ‘ndrangheta di costruire rapporti solidi affinché il “Sistema” venga quotidianamente rifornito di varie sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio. L’azione repressiva dei carabinieri, della polizia e della finanza va in questa direzione. E ciò porta i magistrati – sia quelli della procura di Cosenza che quelli in servizio alla Dda di Catanzaro – ad avere una panoramica completa di quanto accade da Cosenza a Rende, passando per Montalto Uffugo, Castrolibero e altri comuni limitrofi al capoluogo di provincia.

Il narcotraffico o lo spaccio di droga continueranno ad essere monitorati dagli inquirenti e dagli investigatori. Su questo non abbiamo alcun dubbio. Nelle carte delle ultime operazioni antimafia sono presenti riferimenti investigativi che fanno presagire ad altre condotte da addebitare a personaggi che orbitano nel mercato della droga. Ma non c’è solo questo.

Il bello o il brutto, dipende dai punti di vista, delle operazioni antimafia è che scavando negli atti spuntano fuori documenti inediti che aprono a nuovi scenari investigativi. È già successo in Reset, dove, come abbiamo scritto dal 2022 ad oggi, era pacifico che la Dda di Catanzaro portasse a termine un’operazione contro il clan degli italiani riguardante l’articolo 74 in materia di sostanze stupefacenti. Allo stesso modo, l’attualità consente di capire che i rapporti malati tra soggetti della criminalità organizzata e istituzioni proseguono senza sosta. A volte non direttamente, ma utilizzando i cosiddetti “intermediari” che si avvicinano ai referenti di zona per chiedere voti o imbasciate.

E allora, ci ripetiamo: sono questi i problemi di Cosenza e dell’area urbana? No, sono anche altri. In città emerge un disagio sociale sempre più preoccupante. Conseguenze del Covid o crisi occupazionale che portano uomini e donne a vivere in condizioni sempre più precarie. Le associazioni in questo periodo stanno facendo tanto. Ascoltare chi soffre è fondamentale per intervenire nel modo giusto. E la Chiesa, in questo senso, gioca un ruolo importante. Serve dunque una maggiore cooperazione tra istituzioni, assistenti sociali e volontariato.

Infine, la nota (forse) più dolente. Oltre alla droga, alla povertà, al disagio sociale, non si può dimenticare uno degli aspetti che più caratterizzano l’economia locale danneggiata a volte più dalla corruzione che dalle scelte governative. Non passano inosservate agli occhi di chi indaga le pratiche delittuose di imprenditori o faccendieri che nel tentativo di “salvare il salvabile” o di allargare il proprio “cerchio magico” sconfinano nell’illegalità. Da tempo questa testata parla di illeciti arricchimenti e di un incremento di società e/o aziende il cui destino finisce nelle mani della sezione fallimentare del tribunale di Cosenza. Milioni di euro finiti chissà dove e in attesa di una risposta da parte di chi rappresenta uno dei tre poteri dello Stato. Insomma, il Paradiso può attendere.

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