giovedì,Luglio 4 2024

‘Ndrangheta a Cosenza, se le minacce arrivano su Facebook Messenger

Il collaboratore di giustizia Giuseppe Zaffonte svela nuovi particolari sul presunto debito di droga che avrebbe contratto con Gennaro Presta e Gianluca Maestri

‘Ndrangheta a Cosenza, se le minacce arrivano su Facebook Messenger

Nella prima parte del verbale di Giuseppe Zaffonte, pentito di ‘ndrangheta, emergeva un presunto debito di droga contratto dal collaboratore di giustizia con Gennaro Presta, già condannato per associazione mafiosa in “Rango-zingari” e Gianluca Maestri, neo pentito, imputato sia in “Reset” che in “Athena“, come d’altronde Presta.

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Nella seconda parte delle dichiarazioni, Giuseppe Zaffonte va in profondità e svela altri retroscena. Il pentito ha infatti riferito di aver provato a ricomporre la frattura con i due anche “inviando” la moglie dalla compagna di una vita di Gennaro Presta, nel tentativo di mediare, «ma purtroppo anche questo nostro tentativo non ha sortito gli effetti sperati». Zaffonte ha inoltre dichiarato che «la veemenza con cui hanno trattato mia moglie» e le continue «telefonate» che sarebbero arrivate sul numero di cellulare, «con le quali in modo velato mi fanno intuire le loro cattive intenzioni, e conoscendo entrambi», riferendosi a Presta e Maestri, «e conoscendo entrambi quali elementi capaci di commettere ogni tipo di reato, suppongo, ma senza azzardare moto, che ho molto da temere».

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Il collaboratore ha aggiunto che la situazione non sarebbe cambiata neanche dopo la consegna di 800 euro a parziale copertura del debito. Ricostruendo quanto sarebbe avvenuto quella mattina, che ha deciso di “saltare il fosso”, Zaffonte conclude: «Davanti il mio negozio di ortofrutta situato a Rocca di Neto in viale Europa di fronte la mia abitazione, qualcuno aveva lasciato, nottetempo, una bottiglietta contenente benzina, che attualmente si trova presso la mia abitazione. Ne deduco che sia riferibile alla vicenda di cui sopra. Inoltre Gianluca Maestri mi ha inviato su Facebook Messenger numerosi messaggi minatori, che mi riservo di produrvi».

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